
Cobot non solo nelle fabbriche al servizio della produttività e sostenibilità
I robot collaborativi (cobot), sono diventati alleati insostituibili in moltissime aziende manifatturiere italiane, la loro diffusione è sempre più significativa e vantaggiosa. “La nuova sfida per l’innovazione dell’economia e del sistema Paese è quella di impiegare i cobot oltre che nelle fabbriche anche in settori diversi dal manifatturiero, ad esempio in quello agricolo, medicale, edilizio, e altri ancora”.
Questi temi sono stati discussi al webinar organizzato da Universal Robots per diffondere gli obiettivi della Carta delle idee della robotica collaborativa , con il contributo di vari esperti del settore. Tra le vaire priorità c’è proprio portare i robot collaborativi a lavorare e operare anche al di fuori della fabbriche.
Ma sia il settore agricolo che quello edilizio sono ancora ai primi passi da parte delle realtà più dinamiche e innovative. Basti pensare che attualmente solo il 3% delle realtà agricole italiane utilizza sistemi robotizzati.
Le aspettative sono alte : utilizzare i cobot fuori dalle fabbriche, possono rappresentare uno strumento e una soluzione efficaci per coniugare produttività e sostenibilità, alleggerire gli operatori dai compiti più pesanti e pericolosi, innovare il modo di lavorare e produrre. Ma per arrivarci, per fare tutto questo, restano non poche difficoltà e ostacoli da superare.
Per superare queste difficoltà, la soluzione può venire da una maggiore formazione attenta e aggiornata sull’innovazione, maggiori competenze anche in tema di nuove tecnologie (e robotica collaborativa), ma è importante anche far capire agli addetti ai lavori il rapporto tra costi e benefici nell’implementare dei cobot in azienda: in molti casi gli investimenti necessari possono rientrare in breve tempo e portare benefici maggiori rispetto alla situazione precedente.
Robotica collaborativa per innovare anche i settori primari
La robotica collaborativa semplice da utilizzare e con un costo accessibile può rappresentare la soluzione per innovare anche i settori primari con strumenti flessibili, efficaci e facilmente implementabili.
Nel settore agricolo la posta in gioco è molto alta: produrre più cibo per i 10 miliardi di persone che abiteranno il Pianeta nel 2050 – nel 1990 la popolazione mondiale era di circa 5 miliardi di persone, e oggi è salita a 7 miliardi –, in modo più sostenibile ed efficiente, preservando territorio e risorse naturali. Le aziende che sapranno introdurre innovazione tecnologica saranno in grado di reggere l’urto di un mercato che si fa progressivamente più competitivo e sapranno abbracciare la quarta rivoluzione del settore agricolo, quella robotica, che segue quella della meccanizzazione, della chimica e della genetica.
Consulenza e alfabetizzazione robotica
Per sviluppare e diffondere innovazione e robotica collaborativa bisogna tenere conto delle infrastrutture digitali: le difficoltà delle imprese sono anche strutturali: la mancanza di reti e banda larga, ad esempio per un compiuto IoT agricolo, rischia di rendere inefficace l’apporto delle soluzioni strumentali.
Un’ infrastruttura digitale non ottimale ostacola lo sviluppo di processi che includono il precision farming e l’agricoltura robotizzata.
Questi freni e ostacoli non riguardano solo il mondo di chi produce alimenti, ma in generale anche tutti gli altri principali settori di attività del Paese. Per questo siamo a disposizione delle imprese che vogliono abbracciare l’innovazione con soluzioni robotiche efficaci e flessibili, supportando le imprese con budget limitato e con carenza di alfabetizzazione robotica, così come con azioni di consulenza e sostegno per intercettare tutte le opportunità di agevolazione fiscale disponibili”.